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mercoledì, giugno 27, 2007

PARLIAMO UN PO DEL CHA CHA CHA


“Cha Cha Cha…" erano gli anni sessanta quando nei locali dell’epoca i giovani non facevano altro che dilettarsi nel nuovo ballo, ancora non ben conosciuto, ma piacente e non così complicato da non poter essere ballato!!! Un ballo apparentemente semplice ma con alle spalle una storia articolata. L' adozione relativamente recente (1951) dell'espressione 'cha cha cha' non significa che la data di nascita della danza sia la stessa della sua denominazione ufficiale: i movimenti di base, quantunque non precisamente codificati, potevano già esistere prima che si arrivasse alla formalizzazione musicale di questo nuovo genere. Per la maggior parte degli studiosi, le origini delle movenze di CHA CHA sono collocabili a Cuba all'inizio del 1900, nel periodo in cui si svilupparono son, danzòn, rumba e mambo. Sul significato della espressione CHA CHA CHA ci sono diverse ipotesi : la prima sostiene che la voce cha cha cha è una onomatopea e sta ad indicare il ritmo specifico del ballo. In pratica rappresenta il suono di uno strumento di accompagnamento (qualunque esso sia stato) che all'origine ne segnava la cadenza (base ritmica). L’altra teoria sostiene che questo ballo riproduce il suono ritmico delle scarpe sul pavimento nella esecuzione del triplo passo. Questa ipotesi ci fa pensare ad una danza eseguita non all'aperto, su pavimenti sconnessi, ma in locali con pavimenti levigati. Lo chassè è una figura che richiede il pattinamento veloce dei piedi; pertanto vuole una superficie liscia e non, ad esempio, di terra battuta o coperta a prato. Inoltre il CHA CHA è anche il nome di un sonaglio costruito col baccello di alcune piante. Nei balli di gruppo, nelle danze propiziatorie e nelle manifestazioni religiose con accompagnamento di musiche e canti, le guide che avevano compiti di coordinamento usavano tale sonaglio per scandire il tempo e per segnalare la fine delle pause. Anche in tal caso si può tirare in ballo il discorso della onomatopea, in questo senso: il sonaglio veniva agitato sul motivo/ritmo CHA CHA + pausa. Enrique Jorrin adottò l'espressione cha cha cha nel 1951 (dopo averlo precedentemente chiamato 'mambo-rumba'). Egli, per definire in modo univoco una danza che andava assumendo precisi connotati rispetto a danzòn, rumba e mambo, scelse una denominazione che faceva direttamente riferimento alla triplice marcatura della base ritmica da parte dei danzatori. In realtà, Jorrin non aveva inventato niente: era un attento osservatore di ciò che succedeva in pista, oltre ad essere un bravissimo arrangiatore di mambo e danzòn. Col passare degli anni si è arricchito notevolmente il programma di ballo: si sono complicate le figure, fino ad arrivare a tecniche molto raffinate e ad una codificazione che possiamo definire internazionale. E poi a noi di Officina Latina, il cha cha cha...ci piace un SACCO !!!





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